Paolo De Benedetti
e la Teologia animale

Paolo De Benedetti, (Asti 1927 – ivi 2016) di madre cristiana e padre ebreo, è stato un teologo che ha edificato ponti tra ebraismo e cristianesimo, riscoprendo, fuori da tutti gli schemi, il giudeo-cristianesimo, praticando così e favorendo una lettura eccentrica e vivificante della tradizione religiosa.

Fu per decenni presidente e anima culturale di Biblia, Associazione laica di cultura biblica; e della Bibbia fu lettore sensibile e originale con traduzioni insolite e spiazzanti, sempre aperte a un senso ulteriore: la tradizione rabbinica parla di settanta possibili sensi del testo sacro, De Benedetti diceva che ce n’è sempre un settantunesimo, perché ogni uomo ha il suo da scoprire e impedirglielo è un impoverimento di tutti.

Collaborò con il cardinale Martini, che lo invitò come docente alla Cattedra dei non credenti.

Insegnò alla Facoltà teologica di Milano e alle università di Urbino e Trento.

La sua bibliografia più completa, Fare libri, curata da Agnese Cini, è edita da Morcelliana, presso cui De Benedetti ha pubblicato quasi tutti i suoi libri.

Curatore di prestigiose collane editoriali, soprattutto con Valentino Bompiani al quale aveva presentato  Umberto Eco, che lo ha citato nel Pendolo di Foucault. Alla Bompiani fece pubblicare, con intuizione geniale, le opere di Dietrich Bonhoeffer: in particolare Resistenza e resa, le lettere dal carcere del teologo luterano poi condannato a morte da Hitler, e il corposo saggio Etica. Il pubblico italiano poté così conoscere un pensatore che rimane ancora oggi fondamentale per comprendere il rapporto tra fede e religione, il significato della presenza dei credenti nella società postcristiana e la centralità del vangelo nell’orientare la sequela cristiana. Per Bompiani aveva diretto il Dizionario delle opere e degli autori, poi aveva lavorato per Garzanti e Morcelliana.

L’ebraista è consapevole che Dio usa le parole per creare realtà. Era ricca  la teologia dei suoi La morte di Mosè (Bompiani, 1978), Quale Dio? (Morcelliana, 1996) e del suo commento all’Esodo intitolato E il loro grido salì a Dio (Morcelliana, 2002): ricca di un senso completo della realtà creata, dell’incarnazione cristiana e dell’immanenza ebraica; ricca al punto di aprirsi con coraggio alla poesia, dei mistici della Cabala, dell’amico David Maria Turoldo, dei profeti e di Dio stesso. Scorreva, questa vita in ascolto di Dio, oltre le dispute e i dispetti della cultura religiosa italiana. Consapevole di essi, certo. Ma oltre i loro limiti. Quanto più i conflitti tra i credenti annegavano nel non senso, tanto più De Benedetti spingeva la ricerca biblica, la teologia, gli stessi rapporti tra ebrei e cristiani, verso un senso d’insieme, verso una scala più grande.

Egli giunse così, infine, a una Teologia degli animali (Morcelliana, 2007) e dell’ambiente che gli studiosi ricorderanno come anticipatrice della enciclica Laudato si’ di papa Francesco.